top of page
Search
krasamira1996

Posizioni flauto traverso pdf 11: Il libro che ti insegna a suonare il flauto in modo semplice e div



Il flauto dolce (detto anche flauto a becco o flauto diritto) è uno strumento musicale della famiglia degli aerofoni[1]. In inglese è chiamato recorder, in francese flûte à bec, in tedesco Blockflöte.


Il flauto dolce si suona tenendo lo strumento frontalmente, a differenza del flauto traverso che si tiene orizzontale, e soffiando nel becco con le labbra. Per questo motivo il flauto dolce è a volte chiamato "flauto diritto". Esistono flauti dolci di diverse lunghezze: i flauti più lunghi hanno un suono più grave, i più corti hanno un suono più acuto.




posizioni flauto traverso pdf 11



Nel flauto dolce, diversamente dal flauto traverso, non è possibile variare l'imboccatura cambiando la posizione delle labbra per adattarla a un flusso d'aria più o meno intenso: pertanto nel flauto dolce variazioni di pressione dell'aria da parte dell'esecutore producono inevitabilmente variazioni di altezza della nota emessa. Gli effetti espressivi ottenibili con il flauto dolce si basano quindi sull'articolazione del fraseggio (la variazione del transitorio di attacco di ciascuna nota, ottenuta con diversi "colpi di lingua"), sull'uso (sporadico) di diteggiature alternative, e su moderate variazioni di intensità sulle singole note; è invece preclusa la possibilità di ampie variazioni di intensità (piano e forte) e di effetti di crescendo e diminuendo sull'arco di frasi lunghe.


Per contro, il fatto che l'imboccatura del flauto dolce possa essere anche molto lontana dalla bocca dell'esecutore (negli strumenti più lunghi l'aria viene soffiata attraverso un tubo di ottone detto ritorta) permette di realizzare strumenti molto lunghi (e quindi con tessitura molto bassa), cosa assai più problematica per i flauti traversi.


Proprio la diversa costruzione dell'imboccatura, che differenzia il flauto dolce dal flauto traverso, ha quindi determinato tanto la grande diffusione del flauto dolce nel Rinascimento (epoca in cui si apprezzava molto l'effetto di insiemi omogenei di strumenti che riproducessero, grazie alle diverse taglie, l'insieme delle voci umane dal basso al soprano), quanto la successiva prevalenza del flauto traverso verso la fine del XVIII secolo (allorché le possibilità dinamiche del flauto dolce risultarono inadeguate alle mutate esigenze musicali e alle dimensioni delle sale da concerto) e infine l'uso massiccio del flauto dolce come strumento didattico nel XX secolo.


Nel caso dei flauti dolci, la composizione della famiglia è cambiata nel corso dei secoli. All'epoca della riscoperta del flauto dolce nel XX secolo si è consolidata nell'uso una famiglia "standard" di 4' (ogni strumento suona un'ottava sopra rispetto alla voce umana dello stesso nome, ma la musica è scritta nella tessitura normale della voce)[4] costituita da:


Di questi otto strumenti gli unici ad avere un utilizzo solistico nella letteratura classica sono il contralto, il soprano e il sopranino in fa. Gli altri sono impiegati prevalentemente in consort.Il flauto dolce oggi più diffuso è il soprano in do, utilizzato in genere per l'educazione musicale nelle scuole elementari e medie, benché gran parte del repertorio solistico per il flauto dolce (specificamente, quasi tutto il repertorio barocco) sia destinato al flauto contralto in fa. I flauti "gran bassi" sono oggi usati solo da pochissimi esecutori, e nella loro versione rinascimentale originale (ad esempio dal Wiener Blockflöten Ensemble o dall'ensemble The Royal Wind Music).


Il flauto dolce moderno (che ha l'estensione del flauto tardo-barocco) produce tutte le note della scala cromatica, per un'estensione totale di due ottave e un tono. I flautisti più esperti possono superare questo limite con diteggiature e tecniche di emissione particolari.


Lo schema di base del flauto a fischietto è molto comune e ne fa uno strumento molto antico. Il flauto dolce si distingue per la presenza di otto fori (sette frontali, più il portavoce[6]), laddove altri strumenti della stessa famiglia ancora in uso, ad esempio nella musica popolare irlandese, hanno normalmente sei fori, così come in origine anche il flauto traverso prima dell'intervento di Theobald Boehm nel 1832. Inoltre la cameratura del flauto dolce, particolarmente in epoca barocca, è conica (con l'estremità più ampia verso l'imboccatura) mentre quella di strumenti simili è cilindrica.


Si fa risalire l'origine dello strumento al XIV secolo anche se alcuni documenti pittorici fanno pensare ad un'origine anteriore. Gli esemplari più antichi oggi esistenti risalgono appunto al XIV secolo: si tratta di due strumenti trovati rispettivamente nel 1940 in un fossato a Dordrecht nei Paesi Bassi, e a Gottinga, in Germania, in una latrina pubblica, e di un frammento, di osso, trovato a Rodi, in Grecia. Il grande musicista e poeta Guillaume de Machaut (circa 1300-1377) cita in un suo verso fleuthe traversaines et flaustes dont droit joues quand tu flaustes, a dimostrazione che flauto diritto e flauto traverso erano entrambi in uso nel XIV secolo.


In un libro contabile del 1388 del conte Enrico di Bolingbroke (il futuro Enrico IV d'Inghilterra) si trova l'annotazione fistula nomine Ricordo[7], che risulta essere la più antica menzione del nome recorder, ancor oggi usato in inglese per il flauto dolce, la cui etimologia è tuttora sconosciuta.


Il flauto dolce ebbe la sua massima popolarità durante il XVI e XVII secolo, quando la produzione di spartiti a stampa permise ad un vasto pubblico di dilettanti di accedere alla letteratura musicale: per costoro il flauto dolce era uno degli strumenti più accessibili e permetteva di suonare una gran quantità di melodie popolari. A testimonianza della sua popolarità, un elenco di proprietà di Enrico VIII, alla sua morte nel 1547, comprendeva ben 76 flauti dolci. Lo strumento ha lasciato traccia nella letteratura di questo periodo, ed è citato, ad esempio, in opere di Shakespeare, Samuel Pepys, John Milton.


In epoca rinascimentale e fino alla prima metà del XVII secolo coesistevano due distinte famiglie di flauti, quella su 8' e quella su 4'[9]: la prima eseguiva la musica all'altezza reale, la seconda un'ottava sopra. Le due famiglie erano utilizzate in alternativa l'una all'altra, a seconda delle esigenze musicali. Le taglie del flauto dolce in quest'epoca sono quindi assai numerose (più di qualunque altro strumento coevo): gli strumenti più acuti (soprani e contralti) appartenevano alla famiglia di 4', quelli più gravi (gran bassi) alla famiglia di 8', mentre quelli intermedi (tenore e "bassetto") erano usati come strumenti gravi nella famiglia di 4' oppure come strumenti acuti nella famiglia di 8'.


Gli strumenti di epoca rinascimentale tuttora conservati sono relativamente pochi[12], se rapportati alla diffusione del flauto dolce all'epoca, ma comunque largamente sufficienti a fornire informazioni precise sulle loro caratteristiche sonore e costruttive: notevoli sono una famiglia (incompleta) di strumenti, conservata a Norimberga ancora in condizioni suonabili, tre strumenti di grossa taglia conservati al Kunsthistorisches Museum di Vienna, e tredici flauti conservati nel Museo dell'Accademia Filarmonica di Verona. Una cinquantina di strumenti tuttora esistenti portano il marchio della famiglia italiana Bassano, costruttori di strumenti a fiato di grande notorietà in tutta Europa nel XVI secolo.


Nel corso del XVII secolo il flauto dolce fu modificato in maniera significativa: i maggiori cambiamenti costruttivi sono attribuiti alla famiglia Hotteterre, attiva a Parigi fra la metà del XVII secolo e la metà del secolo successivo. Le modifiche apportate ebbero effetto sul timbro (per la conicità più accentuata, che determina una prevalenza delle armoniche dispari nello spettro del suono emesso) e lo resero uno strumento completamente cromatico su due ottave. Molti compositori importanti prescrissero esplicitamente l'uso flauto dolce nelle loro opere.


Nel XVII secolo e all'inizio del XVIII secolo il flauto dolce era chiamato semplicemente flauto, mentre il flauto traverso si chiamava esplicitamente (flauto) traverso, (flauto) traversiere o traversa; nel XVIII secolo il flauto traverso accrebbe la propria importanza come strumento solistico, e circa dalla metà del secolo si iniziò a designare quest'ultimo come "flauto", determinando qualche incertezza interpretativa ai nostri giorni (che tuttavia in genere è di facile soluzione in base all'estensione e alla tonalità del brano, dato che l'estensione del flauto traversiere inizia una terza sotto rispetto al flauto dolce contralto e privilegia le tonalità con i diesis rispetto a quelle con i bemolli, più adatte al flauto dolce). Johann Sebastian Bach scrisse il suo quarto Concerto Brandeburghese, oggi suonato con flauti dolci, per due "flauti d'echo", un termine che lascia qualche interrogativo sul tipo di strumento richiesto. Il musicologo Thurston Dart credette che si trattasse di uno strumento di origine francese ("flageolet") simile al flauto dolce ma intonato un'ottava sopra, che in quegli anni era piuttosto noto grazie all'uso che di esso faceva un virtuoso londinese di origine francese, James Paisible. Altri sostengono che Bach volesse indicare uno strumento chiamato appunto flauto d'eco, un esemplare del quale è visibile a Lipsia, costituito di due flauti dolci in Fa, collegati tramite cinghie di cuoio, e disposti per avere volumi diversi. Antonio Vivaldi scrisse tre concerti per flautino, uno strumento che è ciò che oggi chiamiamo flauto dolce soprano e sopranino[14], anche se nel XX secolo le esecuzioni di queste composizioni hanno utilizzato solitamente un ottavino prima dell'affermarsi delle esecuzioni storicamente informate.


Poiché il flauto era strumento diffuso fra i dilettanti, nel XVIII secolo furono pubblicate numerose trascrizioni per flauto di sonate per violino, per esempio la (discussa) trascrizione di sonate di Arcangelo Corelli ad opera di John Walsh (Londra, 1702). Viceversa, buona parte delle sonate dell'epoca barocca per strumento a fiato solo (con o senza basso continuo) si possono eseguire indifferentemente sul flauto dolce, sul flauto traverso o sull'oboe (quest'indicazione è spesso fornita esplicitamente nel frontespizio delle raccolte dell'epoca), quindi la loro esecuzione con il flauto dolce non si deve considerare una "trascrizione", nemmeno quando essa necessita della trasposizione del pezzo una terza minore sopra, secondo la prassi indicata da Jacques Hotteterre nel 1715. 2ff7e9595c


0 views0 comments

Recent Posts

See All

Baixe o apk do Snaptube 2023

Como baixar vídeos do YouTube em 2023: um guia completo O YouTube é a plataforma de compartilhamento de vídeo mais popular do mundo, com...

Comments


bottom of page